10 Mar Affioramenti. Tracce di poesia contemporanea
AFFIORAMENTI. TRACCE DI POESIA CONTEMPORANEA
Rubrica a cura di Valentina Colonna*
Vanni Schiavoni è nato a Manduria nel 1977, vive a Bologna. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Nocte (L’Autore Libri, 1996); Il balcone sospeso (Lisi, 1998); Di umido e di giorni (LietoColle, 2004); Salentitudine (LietoColle, 2006); Guscio di noce (LietoColle, 2012). Ha curato l’antologia poetica Rosso, tra erotismo e santità (LietoColle, 2010). Ha inoltre pubblicato i romanzi: Come gli elefanti in Indonesia (LiberArs, 2001) e Mavi (Emersioni, 2019). La sua ultima pubblicazione è la plaquette poetica Quaderno croato (Fallone, 2020).
I
Laghi di Plitvice
Il primo giorno precipita sempre nello stesso punto
quella rapida che arriva all’incontro
del fiume bianco col fiume nero
e più ci pensiamo pronti e gli occhi scaltri
più gli aggettivi non bastano allo stupore:
il verde spinge al delirio le pupille
le spinge dentro i torrenti lacrimanti accanto ai piedi
nell’oscurità acheropita degli antri in sequenza
e nelle spelonche verticali scolpite
come da una mano capace di tutto.
Pure da qui sarà passato Giuda
e se non proprio quello dalle labbra ardenti
un Giuda qualunque si sarà perso
in questo reticolato mistero del rimorso.
I laghi cascano nei laghi come fruste sui rami cedevoli
scorrono in altre acque e piovono così
eterni
perfettamente indenni.
VI
Šibenik
Ogni cosa come noi viene da altrove:
le colonne le sfingi le croci
le banconote nelle tasche, le bifore e il leone
i campanili conficcati come picche in attesa di teste
il furore di maestranze impiegate come fari da falene
e Venezia in filigrana.
Si allontanano sui barconi nell’acqua che scricchiola
poiché il nemico ottomano è perduto
coi suoi macellai dietro i baffoni spezzati
e nel fondo scolora Šibenik sulla malta silenziosa.
È come se facessero finta di niente
come se continuamente dovessero cancellare o fare esistere all’istante
forse un grido senza provenienza o forse un oggetto che è stato arma.
Non si vedono le piattaforme al largo
la melma contaminata attorno e non c’è eco di trivelle
o scarichi di fabbriche a schiumare
solo natanti troppo rasenti
e una panoramica di scogli e banchine.
VII
Traù
Continuiamo a sud
lungo le vertebre di questo paese
portati dall’auto come da un furore
che poco a poco iniziamo a sposare
accettando l’afa in dote e la fronte di febbre del cielo
a mezzodì si estende a largo e stende il sudore sulla strada
verso Traù di spiagge e navi
di fortezze di pietra e chiese di pietra e vuoti di pietra.
La carreggiata è lunga e monocorde e ai lati ha venditori
solitari di ogni cosa che viene dalle capre
regolari come pietre miliari e a destarli
a volte si attardano i turisti
svirgolando dall’asfalto ed arrestando di sbieco
ad ogni ora e così noi
ci siamo fermati contrattando
una moneta col nome di animale
riprendendo poi la via fieri di un tocco
di formaggio a pasta molle con la muffa.
Da Quaderno croato. 12 poesie, Fallone, 2021
*Valentina Colonna è poetessa e pianista compositrice. Nasce a Torino nel 1990 in una famiglia di musicisti e ha pubblicato i libri di poesia Dimenticato suono (Manni, 2010), La cadenza sospesa (Aragno, 2015) e Stanze di città e altri viaggi (Aragno, 2019). Si occupa di Fonetica, privilegiando la sua applicazione al campo della prosodia della poesia moderna e contemporanea italiana. Ha ideato e cura la piattaforma VIP – Voices of Italian Poets, archivio sonoro di registrazioni della poesia italiana, presente sul sito del Laboratorio di Fonetica Sperimentale “Arturo Genre” dell’Università degli Studi di Torino.