Poevisioni - Parole Spalancate Cinema, romanzio e poesia
Attivo dal 1995, il Festival Internazionale di Poesia di Genova “Parole Spalancate” è la più grande e longeva manifestazione italiana di poesia
Festival, poesia, Genova
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Poevisioni

Poevisioni

POEVISIONI. Il cinema ritrovato
Rubrica di Maurizio Fantoni Minnella*


CINEMA, ROMANZO E POESIA,
TRA IMPRONUNCIABILITÀ E IMMAGINAZIONE,  IN 3 IMPROVVISI

lunadi fiele1. Nel film di Roman Polanski Luna di fiele-Bitter moon, 1992, tratto dal romanzo di Pascal Bruckner, un americano a Parigi tenta invano di rivivere il mito letterario della Ville Lumiere caro agli americani, appunto, da Hemingway a Henry Miller, sognando il romanzo della propria vita.
Di esso conosciamo soltanto le prime righe, lette dallo stesso protagonista alla giovane e bellissima donna che riempirà anche se per poco tempo la sua solitudine di scapolo e tombeur de femmes impenitente.
La parola scritta con cui comporre il grande affresco parigino autobiografico non sembra affatto giungere a destinazione, ossia sulla pagina, e tale assenza si intreccia con il peso stesso di quella relazione amorosa e intensamente erotica, fino a condizionarne negativamente l’esito.
Sarà invece il racconto di quella stessa storia, narrato ogni giorno, durante un viaggio in nave verso oriente a un giovane impiegato dabbene della City londinese, il suo vero romanzo, che è consegnato alla sua legittima illustrazione attraverso la geometria delle immagini polanskiane che non lasciano scampo riguardo all’eterna battaglia tra i sessi, all’esaurirsi troppo presto dell’aura erotica dietro la quale c’è il vuoto delle parole non scritte.

2. Nel film di Art Hartley, regista americano indipendente, La follia di Henry-Henry Fool, 1998, la vita di un timido spazzino municipale è sconvolta dall’arrivo in città di Henry, uno strano individuo, debordante e logorroico, venuto da chissà dove, che inserendosi nella sua famiglia, giunge a scoprire che lo spazzino conserva il segreto della scrittura: tanti tantissimi frammenti scritti ogni giorno che messi insieme formano un vero e proprio romanzo.
Di quest’ultimo non si sa e non si saprà nulla fino alla fine, se non il fatto di suscitare ripugnanza in alcuni.
Tuttavia, in un’accelerazione dei fatti che ha dell’inverosimile, come in una sciarada grottesca, il giovane spazzino vincerà non il premio Pulitzer, ma il Nobel per la letteratura.
Allo spettatore, è dunque lasciata la facoltà di immaginarsi quali parole, frasi, descrizioni abbiano davvero fatto di lui uno scrittore.
Anche in questo caso il cinema rivela, per così dire, l’impronunciabile che si fa scrittura poesia o romanzo, oltre le immagini.

3. Nel film di Jane Spencer, cineasta newyorkese, Piccoli rumori-Little noises, 1991, malinconico e crepuscolare, un giovane sfaccendato e del tutto privo di talento, sogna di diventare un romanziere (io sono uno scrittore, è solito ripetere a sè stesso).
Ma a differenza del protagonista del film di Polanski, questi non troverà nella narrazione orale dedicata ad un solo ascoltatore, ma nel furto del bene più prezioso di Marty, un giovane emarginato e sordomuto: la poesia.
Ricopierà uno per uno i suoi versi facendoli propri e consegnandoli nelle mani di un editore.
Versi preziosi che sgorgano dalla solitudine del proprio autismo e che, tuttavia, non conosciamo perché inudibili, pudicamente lasciati, forse, all’immaginazione dello spettatore.


Fantoni Minnella*Maurizio Fantoni Minnella è uno scrittore, saggista e documentarista italiano. Instancabile viaggiatore, ha realizzato oltre trenta documentari su biblioteche nel deserto, lavori notturni, problematiche mediorientali, storie di quotidiana resistenza e molti altri universi sociali, culturali, umani.