28 Mag Zag zig
ZAG ZIG. Vagheggiamenti vagamente svagati
Rubrica di Stefano Bigazzi*
DANTE TRA NOI
Settecento anni non sono bruscolini, anche se il personaggio non ha certo bisogno di una ricorrenza per essere letto, celebrato, digerito, discusso.
Alla fin fine ne parliamo tutti i giorni, lo citiamo tutti i giorni in tutte le salse, bene o male, nel bene o nel male. Lasciate ogni speranza voi che entrate, il mezzo del cammin di nostra vita, ma anche l’ora che volge al disio, oppure uscire a riveder le stelle.
Versi belli, musicali e profondi che sono entrati come dannati (ah!) luoghi comuni (senza esserlo) nel nostro chiacchiericcio.
Dante non è uno sconosciuto.
Ma vale la pena di ri-conoscerlo, e a tale scopo Francesco De Nicola – a lungo italianista dell’Ateneo genovese e, non a caso, tra l’altro, presidente del comitato genovese della Società Dante Alighieri – pubblica con la Sda stessa e l’editore De Ferrari un doveroso omaggio al poeta.
“Dante tra noi – I 700 anni della Commedia e il poeta esule in Liguria” è un prontuario colto e curioso in un’ottantina di pagine di note critiche, riflessioni, elementi di storia letteraria e divina geografia.
Sono i luoghi danteschi insomma, veri, immaginati, ipotizzati. Con corredo di immagini, itinerari, spunti di ricerca per lettori seri e motivati ma anche per rinfocolare sensi di colpa a studenti svogliati. C’è in questo breve saggio anche l’occasione per uscire dai gironi della pandemia e godersi un empireo spesso ancora bucolico della Liguria, almeno di quella che De Nicola documenta come alighierabile.
L’estremo levante, tra la Val di Magra e la Lunigiana, la Val Fontanabuona, Cogorno e l’entroterra del Tigullio: qui Dante fu, fisicamente, ma anche con l’immaginazione che non gli mancava, un po’ alla Walt Whitman o alla Salgari, che sopperivano con la fantasia alla carenza di voli low cost, mentre chi viaggia oggi si sposta senza spesso sapere dove sia capitato e cosa desideri vedere.
Il libretto, edito circa un anno fa, costa 16 euro. E il professore sarà al Festival Internazionale di Poesia “Parole spalancate” il 10 giugno (Palazzo Ducale, Cortile Maggiore ore 18) con “Dante tra i genovesi – Inferno” per una Lectura Dantis sui generis omnibus, tanto per esibire (spacciare, in genovese) un po’ di forbito (il conte Ugolino si forbí la bocca eccetera) latino.
Cerchino i lettori il programma del Festival, con gli altri due appuntamenti (Purgatorio e Paradiso) e le altre faccende della Commedia.
Restando in argomento, ecco il numero 1 di questo 2021 di Xenia, rivista trimestrale di letteratura e cultura (Agf Edizioni, 7 euro), orchestrata da Milena Buzzoni, Vittorio Coletti, Giuseppe Conte (l’ardito nostro, non l’avvocato pentastellato), Goffredo D’Aste, Rosa Elisa Giangoia, Giuliana Rovetta e Stefano Verdino con Gianfranco De Ferrari direttore responsabile: segnalerei “Un poeta rilegge Dante”, recensione di Isa Morando al romanzo di Giuseppe Conte “Dante in Love” (Giunti).
Infine – anche in questo caso c’è di mezzo Giangoia con l’associazione “Il gatto Certosino” – l’antologia “Dante e noi”, anche qui una settantina di pagine per autori vari chiamati (o richiamati, se defunti, offrendo al lettore contributi passati) alla celebrazione del poeta.
Poesie, commenti, aforismi, persino una mezza canticchiata in terzine (opera di Benito Poggio che sembra essersi divertito) danteggiando la pandemia.
Che dire, ancora? “Ahi Genovesi, uomini diversi/ d’ogne costume e pien d’ogni magagna,/ perché non siete voi del mondo spersi?” rubando qualche verso a Dante.
Dagli torto.
Ma sì, all’Inferno!
*Stefano Bigazzi: Genova, 1957. Giornalista.